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Londra, inizio 2003. Il primo ministro ha disturbi cardiaci, la guerra in Iraq imperversa, il blairismo rampante sembra essere più affezionato ai party esclusivi che ai problemi della nazione. David Blaine, illusionista newyorkese di origine ebrea si fa appendere al Tower Bridge dentro una scatola di plexiglass, dove decide di resistere 44 giorni senza (apparentemente) nutrirsi davanti agli occhi del mondo. Il suo è forse un messaggio, un disperato tentativo di venire a patti con la storia, con le sue origini ebree e i ricordi dell'Olocausto.